Mattia Cortivo Leonardi
La musica classica invade le radio italiane: Mattia Cortivo Leonardi presenta al grande pubblico Waltz in D minor.
Waltz in D minor è un valzer nato circa un anno fa, dall’estro creativo del compositore Mattia Cortivo Leonardi, in concomitanza del suo diploma in pianoforte. Il videoclip del brano è disponibile sul suo canale ufficiale LeonardiVEVO. Il music video, anch’esso frutto della sua spiccata creatività, traduce in immagini le note della composizione, utilizzando una forma di danza del tutto insolita rispetto allo stile classico che caratterizza il valzer. Due clowns (maschio e femmina) un po’ drammatici, ironici e provocatori, costituiscono un nucleo concettuale perfetto per evocare molte delle sensazioni che hanno attraversato il compositore durante la stesura del valzer. Il piano nobile del Caffè Pedrocchi, e in particolare la Sala Rossini, non poteva che essere il luogo più adatto a mettere in scena quell’idea, perché conosciuto molto bene dall’artista.
Il video è uno “short film teatrale muto” che investe numerose forme d’arte tra cui: la poesia, che richiama sia il cinema muto, mediante l’uso dei sottotitoli, sia il flusso di coscienza joyciano, grazie a una contestualizzazione onirica della scrittura; il cinema, che in particolare sfrutta la tecnica del piano sequenza e l’animazione in 3D; la danza, che mette in gioco il talento di due ballerini professionisti; il teatro, per lo stile di recitazione, i costumi e l’ambientazione; il circo, per il tipo di intrattenimento tipico dei clowns; l’architettura, il Caffè Pedrocchi è un palazzo in stile neoclassico, il cui piano nobile è composto da nove sale decorate con stili differenti (rinascimentale, etrusca, greca, romana ecc…); l’arte del gioco, che, grazie a due attori bambini (maschio e femmina), da un tocco di purezza alla rappresentazione; e, infine, la musica, che grazie ad un sottile equilibrio, rimane protagonista della vicenda, dando luogo ad un vero e proprio “musical muto”.
Waltz in D minor è un’autoproduzione creata dal compositore Mattia Cortivo Leonardi nel suo studio. Egli ha in progetto di ingaggiare dei pianisti professionisti per registrare le esecuzioni dei suoi brani e, grazie a questo, darsi la possibilità di dedicare interamente il proprio tempo all’attività compositiva da un lato, e all’affinamento della propria tecnica improvvisativa, dall’altro.
Secondo l’opinione del giovane artista, molte delle tecniche d’improvvisazione hanno il vantaggio di conservare una coerenza che raramente può scaturire dalle quelle compositive; tuttavia, le prime, rispetto alle seconde, hanno lo svantaggio di essere approssimative, sia nella scelta delle note, sia nell’esecuzione. La loro forza, l’irripetibilità, è anche il loro punto più debole: è possibile rendere ripetibile un’improvvisazione solamente mediante l’ausilio di un’infedele trascrizione. Nonostante ciò, nessuna trascrizione, per quanto precisa, è sufficiente a conservare l’intenzione che attraversa il musicista durante il flusso improvvisativo. Fanno eccezione i casi in cui l’improvvisatore si impone razionalmente un sistema di regole adeguato a soddisfare i criteri di una determinata forma di scrittura. L’applicazione di un tale sistema, però, penalizza la spontaneità del flusso, e quindi anche l’intenzione musicale.
La sfida di Leonardi è stata questa: fresco dell’esperienza della coerenza che continuava a percepire nelle sue improvvisazioni, ha deciso di intraprendere il percorso inverso. Si è dato il tempo di sentire quali erano le note giuste in ogni nuova composizione e, al contempo, quello di sforzarsi a mantenere il focus sulla coerenza, e sul senso complessivo delle sue creazioni.
Prendendo in esame la struttura del valzer, è importante sottolineare che solo il tema è nato di getto, da un’improvvisazione. Tutto il resto, invece, fa parte di un processo più lungo, di composizione. Ciò che ha risentito maggiormente della tecnica compositiva, invece, è la parte finale, che l’autore ha scritto seguendo prevalentemente la propria immaginazione. Egli, infatti, non poteva né suonarla, poiché essa eccedeva la sua tecnica esecutiva; né ascoltarla, non servendosi di software adatti a questo scopo. L’apprendimento ha comportato un anno di duro lavoro, che è stato, a tutti gli effetti, una sfida nella sfida: il suo obiettivo, infatti, non è quello di impiegare il proprio tempo nella maturazione di un repertorio personale da eseguire ai concerti, bensì quello di concentrare tutte le energie nella fase creativa, per dare luogo a opere sempre più universali e originali.
Il valzer rappresenta quindi, un passo decisivo per la sua carriera e nella sua vita. Esso, infatti, è stato concepito dopo dieci anni di pausa dalla scrittura. Dai sedici ai ventisei si è dedicato alla musica nel modo più istintivo possibile, percorrendo una strada che lo ha condotto a far prevalere, nella propria arte, l’aspetto improvvisativo su quello creativo. La composizione intitolata Noesi, che gli ha permesso di vincere il Tour Music Fest nel 2014, è nata proprio da questa prevalenza. Tale equilibrio si è sbilanciato ulteriormente tra il 2017 e il 2019, anni in cui l’artista ha pubblicato, sulle piattaforme digitali, esclusivamente le proprie improvvisazioni, arrivando ad esaurire il proprio atto creativo in quello performativo. In questo periodo si è dedicato anche all’attività di producer, arrangiando e registrando i propri brani e quelli di altri artisti.
La svolta è arrivata proprio con la creazione e con lo studio del Waltz in D minor. Quest’opera rappresenta, quindi, uno sforzo che porta con sé tutto il dolore, la repressione, e la voglia di libertà dei dieci anni che il compositore ha trascorso in assenza di scrittura. Anni che Leonardi ricorderà non solo faticosi, ma anche felici. Questo apparirà chiaro a chi ascolterà il valzer con un po’ più di accortezza.
Waltz in D minor è inoltre disponibile sulle principali piattaforme di vendita digitale e di streaming.
- Client Self Release
- Date Giugno 15, 2020
- Tags Autori, Musicisti
- URL View Project